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Diario
del Festival
Dall'archivio del Festival, tutte le cronache dell'edizione
2004
5 novembre 2004
Che la scienza non resti muta
di Francesco Tomasinelli
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| Nella foto: Umberto Veronesi |
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«Sono un grande sostenitore del vostro Festival e penso che qui a Genova si stia facendo qualcosa di veramente importante». Così ha detto Umberto Veronesi rivolto a Vittorio Bo, direttore della manifestazione. L'oncologo, Ministro della Sanità nel Governo Amato, è intervenuto al Festival giovedì 4 novembre alla Sala Grecale dei Magazzini del Cotone, con una conferenza dedicata alle politiche della salute e alla diffusione della cultura scientifica.
Veronesi ha esordito parlando degli straordinari successi in campo scientifico di cui siamo stati testimoni negli ultimi cinquant'anni e che hanno garantito un concreto benessere in molti paesi. «Talvolta attorno ad alcune ricerche, però, l'opinione pubblica ha un atteggiamento sospettoso. Molte delle materie meno accessibili sono state demonizzate, come capita alla genetica con gli OGM e alla fisica con l'energia nucleare».
L'ex ministro si dichiara comunque ottimista, «nonostante oroscopi, maghi e chiromanti affollino i palinsesti della nostra televisione». Afferma infatti che, nella storia dell'umanità, ogni grande progresso tecnologico ha indotto una certa diffidenza nella popolazione, poi superata con il passare del tempo. Anche le discipline più temute, tra cui l'ingegneria genetica, hanno potenzialità straordinarie, che devono essere comprese al meglio per poter esprimere tutte le loro potenzialità.
«Oggi disponiamo di piante transgeniche a scopo alimentare che, se usate nel modo corretto, possono risolvere molti problemi senza alcuna controindicazione». L'oncologo ha parlato, tra l'altro, del riso d'oro, una varietà di riso transgenico che è in grado di produrre il beta-carotene e che non induce i disturbi alla vista riscontrabili in chi consuma solo riso naturale.
Veronesi è convinto che gli scienziati e la classe politica debbano instaurare un dialogo e confrontarsi, per poter affrontare i progressi della scienza, decidere che cosa sostenere e che cosa respingere. «È altrettanto importante saper coinvolgere l'opinione pubblica: se non comunica, la scienza non esiste, e fa paura».
La tecnologia invece si configura come un elemento più pericoloso, meno controllabile, «poiché produce, semplicemente, rispondendo alle leggi del mercato. Per questo è importante mantenerla nell'ambito del pensiero scientifico, che si interroga e verifica, e non è mai assoluto e definitivo».
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Conferenza Un'alleanza per la scienza Umberto Veronesi |
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