Beagle, la newsletter del Festival

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3 novembre 2004
Il cervello in gabbia

di Daniela Cipolloni

La teoria dei lacci biologici e culturali di Lamberto Maffei

"Quanta autonomia c'è nelle azioni e nelle emozioni? Quanto conta l'esperienza nello sviluppo del cervello umano e quanto invece è dettato dal patrimonio genetico?" Domande da un milione di dollari, quelle che si pone Lamberto Maffei, docente di Neurofisiologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa, ospite al Festival di Genova per il ciclo di conferenze dedicate a biomedicina e salute. Secondo Maffei il cervello non è del tutto libero, le possibilità della mente umana, intesa come prodotto cerebrale, non sono sconfinate. C'è una sorta di gabbia ideale entro cui i neuroni si muovono, lacci biologici e culturali che disegnano gli orizzonti del pensiero umano e ne limitano la libertà. "Una componente del cervello è regolata dai geni", spiega Maffei. "È una struttura biologica abbastanza rigida che ereditiamo alla nascita. Anche se la variabilità individuale è praticamente infinita, ciascuno di noi ha un bagaglio di informazioni che non offre praticamente libertà di intervento. È quello che io chiamo cervello imprigionato."
Per fortuna esiste una caratteristica del sistema nervoso, la plasticità neuronale, grazie alla quale il cervello risponde agli stimoli sensoriali dell'ambiente e si modifica sia a livello anatomico che fisiologico. In altre parole, possiamo consolarci: non è tutto predeterminato. Le esperienze, in particolare quelle dei primi anni di vita, sono sinonimo di libertà, ed è questo che ci rende diversi gli uni dagli altri. Eppure la plasticità del cervello, che l'essere umano ha sviluppato in misura molto maggiore rispetto agli altri mammiferi, richiede che ci siano stimoli sufficienti. "La globalizzazione rende il nostro cervello più libero oppure no?", si chiede Maffei. Che ha pronta la risposta: "la mia conclusione è che la comunicazione di massa sia un laccio culturale, che ci rende ancora meno liberi. Giungono a tutti gli stessi messaggi, propinano a tutti le stesse cose". Questo impoverimento culturale è colpevole, secondo Maffei, di un imprigionamento mentale particolarmente efficace. "Il mondo moderno porta a una sorta di cervello collettivo in cui quello individuale perde peculiarità." Ci sono dei vantaggi, perché, ad esempio, "comunichiamo meglio, in quanto codici ed espressioni sono universalmente condivisi. Il che significa, però, che finiamo anche per dirci le stesse cose e darci le stesse risposte".


Conferenza
I lacci del pensiero
Lamberto Maffei. introduce: Fabio Benfenati
 
 
Testi a cura del Master in Comunicazione della Scienza della SISSA di Trieste.
Coordinatore: Nico Pitrelli. Redattori: Daniela Cipolloni, Ilaria Fazi, Ilenia Picardi.
 
 
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