Beagle,
la newsletter del Festival
Dall'archivio del Festival, tutte le anticipazioni dell'edizione
2004
5 novembre 2004
Diverso è bello
di Daniela Cipolloni
L'elogio alla biodiversità del genetista Marcello Buiatti
La vita è disordine, è un motore che si autoalimenta nelle differenze. La miriade di specie animali e vegetali che popolano la superficie di questo pianeta, specie che cambiano, evolvono e si rinnovano, rappresentano l'assicurazione della Terra. Una garanzia dal valore inestimabile che è minacciata dalla progressiva industrializzazione: tutto quello che distrugge l'enorme ricchezza della variabilità biologica può avere conseguenze catastrofiche sia sugli ecosistemi sia sulla società. Così si potrebbe sintetizzare il punto di vista di Marcello Buiatti, genetista dell'Università di Firenze, ospite del Festival per presentare il suo ultimo libro "Il benevolo disordine della vita", in cui illustra le ragioni di convinto sostenitore e difensore dell'importanza della biodiversità.
Nel passato, cinque grandi estinzioni geologiche hanno messo in pericolo la vita sulla Terra, ma alla fine questa ha avuto sempre la meglio, almeno fino a ora. Perché, afferma Buiatti, la vita si fonda sulla continua variazione dei suoi componenti e della sua organizzazione. "Senza variabilità siamo rigidi, si muore", spiega l'autore. "Gli esseri viventi ne hanno bisogno, e per questo si sono dotati di meccanismi per regolare e generare la propria variabilità, che è indispensabile alla sopravvivenza: dal Dna ai processi di generazione semicasuale delle sinapsi nel cervello animale e umano."
Oggi più che mai c'è bisogno di parlare del "benevolo disordine della vita", perché la biodiversità è in pericolo. È infatti in corso un processo di distruzione ai danni delle specie viventi come non era mai avvenuto nelle epoche precedenti.
Il tasso di estinzione è cento volte superiore a quello dell'era pre industriale. C'è poi il discorso Ogm. Un ruolo fondamentale nella salvaguardia della biodiversità, infatti, lo gioca l'agricoltura. Buiatti, senza entrare nel merito della controversia sulla presunta nocività degli Ogm per la salute umana, avverte che la diffusione su larga scala delle coltivazioni geneticamente modificate potrebbe mettere a rischio la biodiversità (e l'economia) delle colture locali. E non solo. "Bisogna salvaguardare le varietà locali in qualunque contesto, rifuggire l'imposizione di un unico modello di vita e di trasformazione del pianeta: la monocultura estesa al tutto."
Conferenza
Senza diversità si muore: il benevolo disordine della vita
Marcello Buiatti. Introduce: Nicoletta Salvatori |
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Testi a cura del Master in Comunicazione
della Scienza della SISSA di Trieste.
Coordinatore: Nico Pitrelli. Redattori: Daniela Cipolloni,
Ilaria Fazi, Ilenia Picardi.
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