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Beagle,
la newsletter del Festival
Dall'archivio del Festival, tutte le anticipazioni dell'edizione
2004
7 novembre 2004
Un futuro di sesso e frigoriferi
di Ilaria Fazi
Incontro con Carl Djerassi, inventore della pillola
"La legge italiana sulla fecondazione? È una delle più stupide che si potessero fare, anacronistica, alimenterà soltanto un nuovo tipo di turismo, farà sborsare grosse somme a chi può permetterselo e impedirà invece ai più poveri di poter avere figli". Carl Djerassi, chimico ultraottantenne ma anche scrittore (con l'aiuto di due giovani studenti genovesi oggi presenterà la sua ultima opera teatrale, dedicata alla fecondazione in vitro) è considerato il padre della pillola. O meglio, "la madre", spettando il titolo di padre al biologo Gregory Pincus che comprese il meccanismo ormonale naturale alla base della contraccezione nelle donne incinta. Figlio di un medico ebreo, Djerassi nasce a Vienna nel 1923, città che lascia per gli Stati Uniti 15 anni dopo fuggendo ai nazisti. Giunto in America senza un soldo, sedicenne, il giovane Djerassi scrive una lettera alla moglie dell'allora presidente Roosvelt per chiederle una borsa di studio. Oggi, barba e folti capelli bianchi, energico e decisissimo, sorride e si schernisce senza troppa convinzione: "Io credevo che lei fosse una sorta di regina. E comunque, mi rispose una segretaria." Djerassi ottiene così la borsa di studio che gli permette di avere, e in seguito, di diventare colui che nel 1951 sintetizzò il primo contraccettivo orale: "Si sapeva che le donne incinta producono un anticoncezionale naturale, il progesterone: con la Syntex, una piccola compagnia farmaceutica di Città del Messico, riuscimmo a ottenere il noretindrone, un composto con lo stesso effetto che poteva essere utilizzato oralmente." Da allora, la pillola ha cambiato la vita di milioni di donne. E nel futuro, secondo Djerassi, c'è altro: "La vaccinazione? Potrebbe, ma non è negli interessi delle case farmaceutiche, così come non lo è la pillola maschile, il pillolo, che dal punto di vista scientifico è già stato sperimentato. Il motivo per cui anche io ho sviluppato invece la pillola non è perché fosse l'idea migliore, ma perché è quella più vantaggiosa economicamente." E continua: "Oggi si nasce fertili, e si assumono dei contraccettivi per essere temporaneamente non fertili: bisognerebbe fare il contrario, e attivare la fertilità soltanto quando si desidera un bambino", ha spiegato. "Credo che già ora molte donne ne sarebbero felici." Intanto, molta strada è stata fatta in questa direzione: "Con la pillola è stato possibile separare il 'sesso' dalla procreazione. Con le tecniche di fecondazione in vitro invece si è separata la possibilità di concepire dall'attività sessuale: oggi si può avere un bambino senza praticare il sesso, che invece può essere svolto per amore, curiosità, piacere. Il futuro non sarà nella contraccezione, ma nel congelamento dello sperma e degli ovociti delle donne, che verranno utilizzati soltanto quando si vorrà davvero avere un bambino. E non bisogna fingere di scandalizzarsi: la separazione tra sesso e procreazione è già realtà, soprattutto in paesi come Spagna e Italia dove c'è poco più di un bambino per coppia, molto meno, credo, della media dei rapporti sessuali."
Conferenza
ICSI. Il sesso nell’epoca della riproduzione meccanica
Carl Djerassi |
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Testi a cura del Master in Comunicazione
della Scienza della SISSA di Trieste.
Coordinatore: Nico Pitrelli. Redattori: Daniela Cipolloni,
Ilaria Fazi, Ilenia Picardi.
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