Conferenza

venerdì 29 ottobre, 15:30
Fuori Genova - Sala della Sibilla-Fortezza del Priamar, Corso Mazzini-Savona

L'impronta ecologica:storia ed evoluzione del metodo

Mathis Wachernagel. Interventi di:Antonio Bodini,Fabio Giordano, Marco Scotti

Che cos’è
E’ un indicatore che non misura lo stato di salute di un singolo aspetto ambientale ma dà la tendenza, il dove stiamo andando nel rapporto tra esseri umani e l'intero sistema mondo. L'impronta ecologica e sociale, ideata nel 1990 da William Rees e Mathis Wackernagel, è utilizzata per correlare lo stile di vita e i consumi di una popolazione con la quantità di natura che serve per sostenerli a tempo indeterminato. Tale misura espressa in termini di territorio pro capite, comprende sia le risorse necessarie per mantenere quel tipo di vita e di consumi(ad es. campi per produrre grano, alberi per la carta, spazio per il costruito, ecc.), sia gli spazi ambientali necessari per smaltire i rifiuti generati (ad es. ettari di foreste per assorbire l'anidride carbonica prodotta dalle auto) e rappresenta il peso (espresso in ettari) che ogni popolazione ha sull'ambiente. Il metodo viene continuamente perfezionato ogni anno da Wackernagel attraverso le attività del suo global footprint network ed è stato portato in Italia nel 1996 dal WWF che ha tradotto l'omonimo libro (Impronta ecologica- Edizioni Ambiente). L'impronta ecologica è un indicatore aggregato inserito tra gli indicatori comuni europei con la finalità di fotografare gli impatti dello stile di vita delle popolazioni locali, di fornire indicazioni alle amministrazioni sugli aspetti di criticità del proprio territorio, nonché di fornire indicazioni sulle soluzioni e sui possibili strumenti da adottare per il raggiungimento di una maggiore sostenibilità.

Perché adottare tale indicatore
Scegliere di misurare l'ambiente anche attraverso l'Impronta permette di riflettere ed agire: comunicare in maniera semplice sul peso delle nostre azioni sulla natura e contribuire a definire le opportune azioni correttive. La possibilità di confrontare l'impronta con la capacità pro capite o biocapacità del territorio di riferimento aiuta la comunità a definire e valutare le condizioni generali del proprio equilibrio ecologico. Il prevalere della prima sulla seconda è indice di come la comunità locale prelevi risorse da contesti esterni ai propri.
Il deficit ecologico italiano che è di 2,5 ettari (1,4 ettari di biocapacità a fronte di 3,8 ettari di impronta ecologica) obbliga tutti ad operare per ridurre l'impronta della popolazione senza ridurre il grado di benessere individuale e collettivo ma utilizzando le migliori tecnologie disponibili e rispettando criteri di equità ecologica ed economica.

In che modo
La sua adozione può avvenire contattando chi come il gruppo Impronta ecologica e sociale della rete lilliput, di cui è membro il WWF italia, www.retelilliput.net si è impegnato a diffondere questo indicatore per indurre l’opinione pubblica ad assumere atteggiamenti più responsabili verso l’ambiente o chi come alcuni Istituti di Ricerca e Universitari si sta adoperando per adattare la metodologia ai contesti di vita e di consumo europeo.(Università di Parma)








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