Spettacolo

Martedì 2 novembre, ore 20.30, mercoledì 3, giovedì 4 e venerdì 5 novembre, ore 10.30

Teatro della Gioventù
Via Cesarea

Vita di Galileo Galilei

Esercitazione sul testo di Bertolt Brecht

L'opera di Brecht viene presentata in forma di esercitazione, cioè senza scene e senza costumi in un rapporto diretto tra l'attore, la parola e la realtà fisica del palcoscenico. Il grande classico del teatro del Novecento, che parla dei rapporti tra scienza e religione, tra ragione e fede, tra dubbio e libertà di pensiero, è messo in scena da Massimo Mesciulam e Alberto Giusta, i quali ne sono anche interpreti in compagnia degli allievi dell'ultimo anno della Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova. La vita del grande scienziato del Seicento viene ripercorsa da Brecht nel suo arco più significativo: da quando era insegnante di matematica a Venezia al suo ritiro in Toscana, in compagnia della figlia suora, dopo la condanna e l'abiura delle sue idee scientifiche per non subire la stessa sorte di Giordano Bruno. «Maledetta la terra che ha bisogno di eroi», fa dire Bertold Brecht a Galilei. Lo spettacolo rivisita in forma laboratoriale questa grande tragedia che ha segnato la storia del pensiero operando una riduzione del testo di circa sette scene nel tentativo, comunque, di restituire un’immagine esaustiva della vita e della personalità dello scienziato pisano. «Uno degli interessi dell'esercitazione», afferma Massimo Mesciulam, «è cercare di scoprire se la complessità della storia e della figura di Galilei, nel suo rapporto con gli altri personaggi principali, può, se non disinnescare, almeno ammorbidire la rigidità delle contrapposizioni ideologiche su cui il testo di Brecht si fonda». Lo spettacolo persegue dunque l'affascinante obiettivo di mettere ancora una volta in primo piano, come spesso accade a teatro, la vita autonoma dei personaggi, sottolineando come, anche nella sofferta lotta per affermare il metodo scientifico, Galilei conservi sempre un'autentica realtà personale, quasi un gusto estetico, una propensione sentimentale all'uomo e alla vita che, lungi dal mettere in soggezione lo spettatore, lo rende partecipe di un mondo in cui può liberatoriamente risuonare «la grande risata dell'umanità».

Alberto GIUSTA – Diplomato alla Scuola di Recitazione del Teatro di Genova nel 1995, ha partecipato a Isabella, tre caravelle e un cacciaballe di Fo, Il suicida di Erdman, Amore per amore di Congreve, Tatuaggio di Dea Loher e Soliman di Fels, regie di Anna Laura Messeri. È in Corpse di Moon, diretto da Augusto Zucchi. Per il Teatro di Genova recita in Ivanov di Checov, regia di Marco Sciaccaluga; in L'imbalsamatore di Renzo Rosso, regia di Guido De Monticelli e in La dame de chez Maxim di Feyedeau, regia di Alfredo Arias. Con il Progetto U.R.T. (Unità di Ricerca Teatrale) lavora in Il calapranzi di Pinter; Cymbeline, King of Britain e Racconto d'inverno di Shakespeare, Aspettando Godot di Beckett e La Mandragola di Machiavelli, diretti da Jurij Ferrini.

Massimo MESCIULAM – È insegnante di recitazione alla Scuola di Recitazione del Teatro di Genova, per la quale ha diretto Esercitazioni su Shakespeare, Esercitazioni su Molière e Vita di Galileo Galilei di Bertold Brecht. Ha lavorato per il Teatro di Genova dal 1975 al 1979 in numerose produzioni, tra cui Il fu Mattia Pascal, di Tullio Kezich da Luigi Pirandello, e Rosa Luxemburg, dirette da Luigi Squarzina e Al pappagallo verde di Arthur Schnitzler, regia di Luca Ronconi. Dal 1980 al 1985 ha lavorato per diversi spettacoli, tra cui La bisbetica domata diretta da Giancarlo Sepe. A partire dalla stagione 1986/87 collabora nuovamente con il Teatro di Genova prendendo parte, tra il resto, alla ripresa di Tito Andronico di Shakespeare, regia di Peter Stein, nel 1990/91. Nelle successive stagioni, sempre per il Teatro di Genova, recita in numerosi spettacoli e dirige Le conspose di Fatima Gallaire, Top Dogs di Urs Widmer, Nella pianura normanna c'è un grande libro di Alessandro Spanghero e Dublin Carol di Conor McPherson, di cui è anche protagonista. È con Luca Barbareschi in Il presente prossimo venturo di Ayckbourn. Lavora in Il ritorno di Casanova di Kezich da Schnitzler, regia di Armand Delcampe. Ha partecipato a numerose produzioni televisive e cinematografiche.

SCUOLA DI RECITAZIONE DEL TEATRO STABILE DI GENOVA – Una parte significativa della storia del Teatro Stabile di Genova è costituita dal lavoro di formazione di giovani attori. Già a partire dagli anni Sessanta il Teatro si dota di una Scuola d'Arte Drammatica che sviluppa la propria strategia didattica attraverso le esperienze di vari registi, fra cui Mina Mezzadri, Carlo Cecchi, Marco Sciaccaluga, Egisto Marcucci, Marcello Bartoli e Anna Laura Messeri. Nel 1981 la Scuola trova una stabile struttura didattica e organizzativa costituendosi come Corso triennale di Formazione Professionale sotto l'egida della Regione e della Provincia di Genova. Dal 1981 al 2004 la Scuola ha diplomato 177 allievi, un'altissima percentuale dei quali lavora stabilmente, a livelli diversi di carriera e di funzioni, nel teatro italiano. Significativo anche il costituirsi di gruppi autonomi fra i diplomati. Nel corso degli anni, il Teatro Stabile di Genova ha inserito in cartellone diversi spettacoli la cui compagnia è stata composta per la quasi totalità da allievi ed ex allievi: La donna serpente di Carlo Gozzi, con la regia di Egisto Marcucci (1979), e, diretti da Marco Sciaccaluga, I due gemelli rivali di Farquhar, con la partecipazione di Lina Volonghi (1982), e Re Cervo di Gozzi (1991).

La serata del 2 novembre prosegue poi a Mentelocale (Palazzo Ducale), dove gli artisti andranno a cena.

Ingresso: Biglietti Festival

> indietro  
english version contatti edizione 2003creditsarea riservata