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4 novembre 2004
Illusioni cosmiche (Comunicato n.42)
L'astrofisica e la cosmologia diventano argomenti immediatamente comprensibili per il grande pubblico se a illustrarli è Jayant Vishnu Narlikar, astronomo indiano noto per i suoi studi sulla gravitazione, che ha tenuto una conferenza giovedì 4 novembre nell'Aula Polivalente San Salvatore della Facoltà di Architettura, davanti ad un folto pubblico.
Presentato da Luca Fraioli, giornalista scientifico, che lo ha definito uno studioso rigoroso, ma non nuovo a teorie insolite e spiazzanti, Narlikar si è concentrato sul tema delle illusioni ottiche nel cosmo, spiegandole con estrema chiarezza. "È un po' come con i miraggi e gli specchi distorcenti" esordisce l'astrofisico "con i quali tutti abbiamo familiarità. Nello spazio, su lunghe distanze, però, intervengono fenomeni più complessi. Tuttavia tutto può essere spiegato, se posto nel modo corretto".
Il presupposto da cui parte lo studioso è la curvatura della traiettoria dei fotoni per effetto dell'attrazione gravitazionale, teoria proposta da Einstein all'inizio del XX secolo e confermata a più riprese negli anni. "Questa anomalia", spiega Narlikar, "è alla base di molte stranezze che pensiamo di osservare nello spazio quando puntiamo un sofisticato telescopio verso stelle lontane. Un esempio abbastanza noto è quello del doppio quasar: se un corpo con una forte attrazione gravitazionale si trova tra l'osservatore e la stella che guardiamo, l'immagine risulterà sdoppiata, a causa della distorsione del percorso compiuto dai fotoni che dalla stella arrivano a noi. Non è un evento così comune, ma succede.... A volte l'immagine è anche tripla o quadrupla".
Questa illusione è nota con il termine di "lente gravitazionale", un fenomeno che ha portato in passato ad errori di calcolo e ad errate valutazioni sulla luminosità e lo spettro delle stelle.
"Bisogna tenere conto della lente gravitazionale", continua Narlikar, "anche nello studio dell'espansione dell'universo. Su distanze lunghe il fascio di luce viene modificato a più riprese e distorto in modi diversi, restituendoci un'immagine notevolmente alterata. La geometria che interviene in questi casi non è più euclidea ed è molto facile giungere a valutazioni sbagliate sulla natura o la dinamica di alcuni processi cosmologici". "Quindi ancora oggi", conclude lo scienziato "nonostante la sofisticata strumentazione di cui disponiamo, non sempre corrisponde a verità quello che vediamo con i nostri occhi".
comunicato completo (185 KB)
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