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Diario
del Festival
Dall'archivio del Festival, tutte le cronache dell'edizione
2004
29 ottobre 2004
La via Lattea
di Laura Calevo
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La Via Lattea è stata la protagonista della conferenza tenuta oggi, venerdì 29 ottobre, alle ore 15.30, al Centre Culturel Français Galliera, da Francesco Bertola, professore di astrofisica dell'Università di Padova.
L'incontro è stato strutturato in due parti: la prima sull'astronomia culturale, la seconda sull'astronomia in senso proprio.
«A causa dell'inquinamento luminoso è sempre più difficile ammirare il cielo stellato. La Via Lattea è visibile a tutte le latitudini ma, nelle zone desertiche e solitarie, si assiste a uno spettacolo che toglie il fiato. Ma da cosa deriva il nome Via Lattea? Dal fatto che assomiglia al latte ma, nelle varie civiltà, le sono state date diverse interpretazioni», ha spiegato Bertola.
Con una serie di diapositive ha poi illustrato le opere, figurative o letterarie, che hanno rappresentato la Via Lattea dall'antichità fino ad oggi: passi dell'Apocalisse e di Apuleio, dipinti di Tintoretto e Rubens che legano la nostra galassia ad un concetto sacro e mistico. Bertola ha passato in rassegna tutti i significati attribuiti a questa affascinante concentrazione di stelle: un cammino nel cielo (Siberia), il fumo proveniente da un fuoco (Sud Africa), la dea Nut (Egitto), la via dei guerrieri (Ungheria), la via di Santiago di Compostela, ovvero la via indicata in sogno a Carlomagno per cacciare gli infedeli.
Un'altra interpretazione, diffusa soprattutto tra gli aborigeni australiani e i popoli orientali, è quella di considerarla fiume nel cielo o via della paglia rubata, secondo una leggenda armena. Per i latini era il luogo delle anime, nel medioevo, il luogo dei demoni.
Infine la Via Lattea nell'arte: da Giacometti a Parmigiani, da Van Gogh a Max Ernst, una carrellata di tutte le tele o installazioni ispirate alla volta celeste.
Per quanto riguarda l'astronomia in senso proprio Bertola parte con qualche nozione storica: «L'idea che la Via Lattea sia fatta di stelle risale a Democrito anche se, a occhio nudo, non si poteva dimostrare. Galileo è il primo ad osservarla col cannocchiale. Nel 1750 Thomas Wright spiega perché c'è questa concentrazione di stelle: il nostro sistema è schiacciato e non sferico; è per questo che vediamo le stelle raggruppate da una sola parte. Herschel scopre che la Via Lattea ha dei confini e che esistono quindi più galassie».
Una galassia è formata da bracci di spirale dove nascono le stelle. Attorno alle stelle in formazione ci sono dischi protoplanetari da cui nasceranno i pianeti. Recentemente si è invece scoperto che al centro di ogni galassia c'è un buco nero.
L'ultima puntualizzazione di Bertola riguarda le recenti scoperte sulla composizione dell'intero universo: solo il 4% è formato da atomi, il 23% da materia oscura che ha capacità d'attrazione gravitazionale ma non si vede, il restante 73% è composto da energia oscura che imprime al nostro universo un moto accelerato e che è il motore della sua espansione. |
Conferenza Via Lattea: un percorso nel cielo e nella storia dell'uomo Francesco Bertola |
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