Beagle,
la newsletter del Festival
Dall'archivio del Festival, tutte le anticipazioni dell'edizione
2004
1 novembre 2004
Nell'opera di Einstein la cultura del Novecento
di Ilenia Picardi
Dopo un secolo le ricerche dello scienziato tedesco hanno cambiato il nostro rapporto col mondo
È il 1905. Un impiegato dell'ufficio brevetti di Berna invia alcuni articoli di fisica a una rivista scientifica tedesca. Pochi si aspettano che in quei lavori sia contenuta una delle più grandi rivoluzioni culturali della storia dell'uomo. Le ricerche del giovane Albert Einstein, appena ventiseienne, avrebbero cambiato radicalmente la scienza e la tecnologia.
Un secolo dopo ne incontriamo le implicazioni ogni volta che ascoltiamo la musica di un cd, che parliamo con un telefonino cellulare o che, al nostro passaggio, si aprono le porte del supermercato. Ma non è solo qui la rivoluzione. "Einstein è il maggior filosofo degli ultimi cento anni". Lo sostiene Enrico Bellone, professore di Storia della scienza all'Università di Milano e direttore della rivista "Le Scienze". Oggi a Genova, insieme all'astrofisico Giovanni Bignami, Bellone terrà una conferenza sui primi cento anni di relatività. "Gli studi dello scienziato hanno cambiato la nostra rappresentazione dell'universo. Hanno rivoluzionato la fisica e contemporaneamente il nostro modo di interpretare lo spazio, il tempo e la materia. Quindi il nostro pensiero. Se un baule potesse conservare l'eredità di Einstein, aprendolo troveremmo tutta la cultura del Novecento".
Per ricordare l'opera del fisico, il 2005 è stato dichiarato l'anno mondiale della fisica. E, in effetti, anche al Festival della scienza la fisica fa da regina. La si incontra nelle mostre, nei laboratori, nei film, alla radio. Si parla di terremoti, di campi magnetici e di neutrini, "le particelle del cosmo". Si discute delle grandi scoperte del passato e delle ultime e, a volte, ancora misteriose, ricerche. Ospite di Genova è anche Francesco De Martini, professore di Ottica Quantistica dell'Università "La Sapienza" di Roma, dove per la prima volta è stato realizzato un esperimento di teletrasporto. "Con questo termine - spiega De Martini – intendiamo il trasferimento di informazione da un posto a un altro". Un fenomeno non intuitivo: la sua base teorica si fonda sul concetto noto ai fisici come "non località quantistica". "Supponiamo di avere due particelle e di spedirle lontane, anche decine di migliaia di chilometri: queste particelle continueranno a 'sentirsi'. Se facciamo,
infatti, delle misure su una, per esempio a New York, questa misura influenzerà quella eseguita contemporaneamente sulla sua compagna a Mosca. Una cosa assolutamente strabiliante, ma che funziona ed è vera". Lo sconto sul viaggio è, ovviamente, solo per le particelle quantistiche.
Conferenza
L'eredità di Einstein: cent'anni di relatività
Enrico Bellone, Giovanni Bignami.
Modera: Claudia Di Giorgio
Conferenza
Il teletrasporto, il mondo dei quanti e la nostra vita
Francesco De Martini. Introduce Rossella Panarese
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Testi a cura del Master in Comunicazione
della Scienza della SISSA di Trieste.
Coordinatore: Nico Pitrelli. Redattori: Daniela Cipolloni,
Ilaria Fazi, Ilenia Picardi.
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