Beagle, la newsletter del Festival

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1 novembre 2004
"Il futuro dell'energia? Prima calcoliamo quanta ce ne occorre"

di Ilaria Fazi

Secondo Carlo Rizzuto, l'idrogeno potrà essere utilizzato soltanto in pochissimi ambiti

Esattamente una settimana fa, il prezzo del greggio faceva registrare a New York il valore record di 55,67 dollari al barile. Lo stesso giorno anche il Brent di Londra raggiungeva il massimo storico con 51,90 dollari al barile. Episodi che hanno riacceso i riflettori sulla necessità di individuare nuove fonti di energia, non solo rispetto alle fossili, ma anche alle alternative tradizionali, come eolico e solare. Su questo tema è incentrata la conferenza 'Un'economia all'idrogeno?'. Una domanda sulla quale anticipa alcune osservazioni Carlo Rizzuto: professore in Ingegneria all'università di Genova e presidente della Società Sincrotrone Trieste, Rizzuto premette: "Per comprendere quali sono le possibilità di un futuro basato sull'idrogeno, bisogna innanzitutto chiarire che l'idrogeno non è una fonte di energia, ma un veicolo di trasporto che non è indipendente da altri metodi di generazione di energia". Posta questa premessa, il ragionamento di Rizzuto procede però, come dice lui stesso, alla rovescia: "Ci sono tre questioni su cui ragionare: come si produce l'idrogeno, come si trasporta, che rimane uno dei punti nodali e come lo si utilizza". Pochi in realtà gli ambiti in cui, secondo Rizzuto, l'idrogeno potrà trovare un'applicazione concreta: "Nel campo industriale è improbabile che l'idrogeno possa subentrare all'utilizzo del gas naturale o dell'elettricità, e molto dipende dal tipo di processo industriale, mentre per quanto riguarda l'utilizzo nell'ambito dei trasporti, ci sono grosse difficoltà: un litro di volume di idrogeno, allo stadio attuale, fornisce un'energia difficilmente confrontabile con quella della stessa quantità di benzina o gpl". Ultimo campo d'applicazione possibile, spiega Rizzuto, è quello domestico: "Qui l'idrogeno può essere attraente per le piccole applicazioni, come le batterie per il computer o quelle ricaricabili, oppure per celle combustibili che cogenerino elettricità e calore: l'unico prodotto della cogenerazione è infatti l'acqua, e quindi, non c'è inquinamento".

Perché allora questa grossa enfasi sulle possibilità dell'idrogeno? "Sì, c'è stata una grossa pressione in questa direzione, ma priva di solide fondamenta tecnico-scientifiche".

Se non sarà l'idrogeno, e le risorse fossili sono in esaurimento, come verrà sfamata la richiesta di energia del mondo? Secondo Rizzuto "si tra innanzitutto di quantificare quale sia la reale necessità di energia: la crescita della sua richiesta negli ultimi 40 anni è stata in gran parte affrontata tramite un miglioramento dell'efficienza della sua produzione, ferma però a livello mondiale ancora al 5% di quello che è possibile. Inoltre, le fonti rinnovabili, soprattutto il solare e l'eolico, non vengono ancora sfruttati quanto potrebbero esserlo".


Conferenza
Un'economia all'idrogeno?
Sergio Carrà, Gennaro De Michele, Carlo Rizzuto.
Modera: Marco Cattaneo

 
 
Testi a cura del Master in Comunicazione della Scienza della SISSA di Trieste.
Coordinatore: Nico Pitrelli. Redattori: Daniela Cipolloni, Ilaria Fazi, Ilenia Picardi.
 
 
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