Beagle, la newsletter del Festival

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2 novembre 2004
"Anche nella scienza c’è bisogno di unire e non di separare"

di Ilaria Fazi

Secondo Mary Bateson è l'interdisciplinarietà la maggiore eredità lasciata dal padre

"Quasi ogni anno, ci furono vaghe lamentele che di solito mi giungevano sotto forma di pettegolezzo: si sosteneva che 'Bateson sa qualcosa che non ci dice', oppure 'sotto quello che dice c'è qualcosa, ma lui non ci dice mai di che cosa si tratti'. Così raccontava Gregory Bateson nella raccolta di saggi intitolata 'Verso un'ecologia della mente'. Antropologo, etologo, cibernetico, innovatore nel campo della psichiatria pur non essendo psichiatra, studioso delle forme di comunicazione e della morfologia del mondo vivente, Gregory era figlio di William Bateson, uno dei padri della genetica.
Del suo contributo alla scienza della cibernetica parlerà a cento anni dalla sua nascita Mary Catherine Bateson, figlia di Gregory e di Margaret Mead. Autrice di alcuni testi insieme al padre e affermata antropologa culturale, Mary Catherine traccia il ritratto del padre: "Era figlio di un grande biologo, e gli venne imposto di studiare la biologia. Finì invece per occuparsi di antropologia". Dalla fine degli anni Venti fino allo scoppio della seconda guerra mondiale studiò sul campo, per anni, le popolazioni della Nuova Guinea e di Bali. Nel 1935 sposò l'antropologa americana Margaret Mead e si trasferì negli Stati Uniti.
Ci avviciniamo così al 1942, quando Bateson partecipò al primo di una serie di incontri fra scienziati di varie discipline che posero le basi della cibernetica. "Nei primi anni questo nuovo campo di studi doveva essere capace di vedere le similarità tra tutte le entità, il corpo umano così come gli organismi delle altre specie ma anche istituzioni come possono essere le scuole o università – riprende la figlia di Bateson e Mead – Quella di Gregory non era una scienza fatta di energia e materia, ma di organismi in comunicazione e interdipendenti". E poi, una stoccata alla cibernetica attuale: "Allora di cibernetica si occupavano sociologi, ingegneri, e tanti altri ancora: oggi invece la tendenza è quella a separare, e sono molti coloro che pensano che cibernetica sia sinonimo di computer, ma è molto altro". Una lezione, quella di mio padre, che è importante riscoprire oggi a ogni livello: "Quello di Gregory non fu e non è un contributo a uno specifico campo, ma un intero modo di pensare. Tanto che oggi trova applicazione anche nel campo delle relazioni internazionali: attraverso la teoria dei sistemi si cerca di studiare come instaurare rapporti di fiducia tra le nazioni. Ma la mia impressione è che il suo modo di pensare non sia stato ancora completamente assorbito. E invece credo che sia di questo modo di pensare, che unisce e porta assieme anziché separare, ciò di cui abbiamo bisogno adesso".
 
 
Testi a cura del Master in Comunicazione della Scienza della SISSA di Trieste.
Coordinatore: Nico Pitrelli. Redattori: Daniela Cipolloni, Ilaria Fazi, Ilenia Picardi.
 
 
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