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3 novembre 2004
Tornare a vivere nelle città solari

di Ilaria Fazi

Se gas petrolio e carbone fossero soltanto una parentesi di 200 anni

"Messe di fronte al problema di doversi riscaldare, due comunità che vivono in una regione boscosa potrebbero reagire in modi differenti: la prima usa il legno per costruire case che proteggano dal freddo; l'altra lo brucia per scaldarsi stando attorno al fuoco." Tra le due opzioni citate nel racconto dell'architetto Reyner Banham, quella adottata da un'ipotetica città solare sarebbe la prima. Né oggetti della fantascienza né luoghi del nostro passato, opposte alle città petrolifere, le città solari esistono già. Anche se pochi lo sanno, sono le stesse in cui viviamo. Spiega l'architetto Sergio Los, tra i relatori che oggi prenderanno parte alla conferenza Può la storia dell'uso dell'energia solare essere di insegnamento per il futuro?: "Se anche il petrolio non dovesse finire e pure il riscaldamento del pianeta dovesse arrestarsi la costruzione delle città solari dovrebbe comunque riprendere. La cosa più singolare è che abitiamo già delle città che sono state solari, che presentano potenzialità non solo per continuare a esserlo, ma per migliorare questa loro attitudine. Nell'Europa mediterranea abitiamo città solari senza saperlo; anche se le città storiche restano confuse da interventi recenti che non sono in grado di leggere, per comprenderlo, il senso del loro progetto". Dall'immagine della città solare, luogo in cui edifici e strade sono realizzate in modo da sfruttare luce e calore del sole in maniera naturale e diretto, ecco allora nascere l'esigenza di nuove discipline e diverse prospettive di interpretazione. Come quelle che potrebbero venire da una "archeologia solare". Ma queste città, non sono soltanto bellissimi retaggi del passato da guardare con rimpianto. "Vorrei invece che queste città solari si presentassero come contemporanee alle città presenti, sovrapposte a quelle ma rese invisibili. Perché al di là dell'esaurimento delle risorse fossili di energia e del riscaldamento globale, i sistemi utilizzati nelle città solari, per esempio per riscaldare gli edifici, sono più salutari. Sono città nelle cui abitazioni, per esempio, si usa il ray conditioning, cioè il riscaldamento delle pareti, anziché l'attuale air conditionin." Ma, soprattutto, la città solare a differenza di quella petrolifera, è comunicativa: non solo di servizio, la prima è fatta di piazze e di strade che sono luoghi di cultura e comunicazione.
È questa impostazione storica e culturale che caratterizzerà la conferenza di oggi, la cui tematica più ampia è illustrata dall'esperto di sistemi energetici Cesare Silvi: "La storia dell'energia è soprattutto la storia dell'energia solare nelle sue forme rinnovabili (per esempio la radiazione diretta e diffusa e le energie del vento, le cadute d'acqua, la fotosintesi clorofilliana) piuttosto che la storia dell'energia solare nelle sue forme fossili o geologiche (per appena 200 anni, carbone, petrolio, gas) e delle altre forme di energia (nucleare, geotermica, maree)."


Approfondimento
Può la storia dell'uso dell'energia solare essere di insegnamento per il futuro?
Sergio Los, Giorgio Nebbia, Pier Paolo Poggio, Cesare Silvi
 
 
Testi a cura del Master in Comunicazione della Scienza della SISSA di Trieste.
Coordinatore: Nico Pitrelli. Redattori: Daniela Cipolloni, Ilaria Fazi, Ilenia Picardi.
 
 
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