Beagle,
la newsletter del Festival
Dall'archivio del Festival, tutte le anticipazioni dell'edizione
2004
8 novembre 2004
Il principe venuto dall’Est
di Giancarlo Sturloni
Ricostruito il volto del personaggio più celebre della preistoria ligure
Probabilmente un incidente di caccia, forse la zampata di un orso, gli portò via parte della mandibola e della spalla sinistra, e con esse la vita. Quando morì, il Principe delle Arene Candide non aveva più di 15 anni ma era già un adulto. Visse infatti in un'epoca in cui si cresceva molto in fretta, e altrettanto in fretta si rischiava di lasciarci la pelle: il paleolitico, 24 mila anni fa.
Il Principe deve il suo soprannome alla ricchezza del corredo funebre rinvenuto nella tomba. Certamente era un cacciatore: nella mano stringeva una lunga lama di selce. Al momento della sepoltura, alcune pietre erano state deposte su mani e piedi, mentre un copricapo fatto di centinaia di conchiglie marine ornava la testa. Quattro bastoni di comando d'osso forato e portati a bandoliera scendevano dalle spalle lungo il fianco sinistro. A colmare il vuoto lasciato dalla ferita al volto, un agglomerato di ocra gialla purissima; forse un tentativo di medicamento, forse una semplice ricomposizione del corpo.
La tomba del Principe è stata rinvenuta negli anni Quaranta dall'archeologo Luigi Cardini. Si trova a Finale Ligure, in un'ampia cavità, oggetto di esplorazioni fin dall'Ottocento, nota come la Caverna delle Arene Candide. Il nome deriva dalla presenza nelle sue vicinanze di una duna di sabbia bianca che si addossa al promontorio della Caprazoppa.
A distanza di sessant'anni dal suo ritrovamento, oggi il Principe ha anche un volto. Gli è stato restituito da Tatiana Baloueva e Lila Veselovskaya, dell'Istituto di Antropologia di Mosca, che per due mesi, combinando rigorose metodologie statistiche a competenze tecnico-artistiche, hanno prima coretto la deformazione della mascella, e poi pazientemente ricostruito su un calco del cranio i lineamenti del giovane cacciatore. Nella fossetta tra le sopracciglia, nel prognatismo dell'arcata dentale superiore, nella forma della parte occipitale del cranio e, soprattutto, nelle proporzioni del volto, le due ricercatrici moscovite hanno immediatamente riconosciuto la fisionomia tipica dei popoli orientali. Il Principe aveva probabilmente compiuto un lungo viaggio, come sembra confermare anche un ciondolo di avorio di mammut che portava al collo, tipico delle tribù di cultura gravettiana provenienti dall'Europa dell'Est.
Del resto, i flussi migratori non sono certo una prerogativa della modernità; noi stessi siamo figli di migranti. "Gli unici veri europei – conferma l'archeologa Margherita Mussi – erano gli uomini di Neanderthal, mentre noi tutti discendiamo da progenitori nati in Africa: in altre parole, siamo tutti extracomunitari."
Il Festival ha promosso in questi giorni numerosi eventi in onore del Principe, e ora il suo volto sarà in mostra al Museo di Archeologia Ligure. |
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Testi a cura del Master in Comunicazione
della Scienza della SISSA di Trieste.
Coordinatore: Nico Pitrelli. Redattori: Daniela Cipolloni,
Ilaria Fazi, Ilenia Picardi.
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