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Diario
del Festival
Dall'archivio del Festival, tutte le cronache dell'edizione
2004
29 ottobre 2004
Cervello e linguaggio
di Giorgio Boratto
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Inizio bagnato. Inizio fortunato. Mah! Così è iniziato a Genova il 2° Festival della Scienza e quest'anno si è moltiplicato diventando ricchissimo: di eventi, di spettacoli, di mostre, di conferenze, di laboratori investendo tutta la città.
Come si fa allora a seguire tutto? Difficile. Impossibile.
Uno che ha delle curiosità scientifiche può rimanere spiazzato, allora non gli resta che affidarsi ai titoli alle intuizioni del momento. Oggi 28 ottobre, primo giorno, ad esempio c'erano: due incontri-approfondimento, nove conferenze, quattro eventi e due rassegne; cosa scegliere? Beh, io attratto dal titolo sono andato alla conferenza del professor Andrea Moro su Cervello e Linguaggio: i limiti del possibile in grammatica.
Tosto. Bello. La scienza è quella neurolinguistica, i meccanismi che producono la parola. Tutto dire. Uno studio umanistico che diventa materia scientifica, biologica: una materia interdisciplinare.
Andrea Moro decide, per render più interessante e comprensibile la conferenza, di parlare di due esperimenti che illustrano i limiti e i risultati del linguaggio come disciplina, ponendo due domande: cosa può essere un limite in grammatica? E, sapendo che le regole sintattiche non sono mai realizzate definitivamente, l'assenza di regole è storica o biologica? È cultura o cervello?
Nel 1861 si è scoperto che nel cervello esiste un'area dell'emisfero sinistro che elabora il linguaggio; questo luogo si chiama centro di Broca, dal nome dello scopritore. Ma solo con l'avvento delle nuove tecnologie si è potuto approfondire lo studio sul cervello che prima era fatto solo con l'autopsia. Oggi con le nuove macchine tipo la risonanza magnetica e gli scanner tomografici, che forniscono immagini vive del cervello al lavoro, si è compreso che il linguaggio è una capacità dell'attrezzatura del cervello stesso. Con i nuovi strumenti diagnostici si è scoperto il vantaggio e il limite: sappiamo che nel centro di Broca e nelle sue vicinanze avviene una variazione del metabolismo dei neuroni (cellule), questo è il vantaggio; ma di questa grandissima rete che compone il cervello si sa poco o nulla. Ora la sintassi dov'è? Questo è il limite. Non sappiamo altro.
Allora proviamo a isolare la sintassi, l'ordine delle parole; proviamo a ribaltare la semantica, il significato e la morfologia, la loro forma. Ecco una pseudofrase: «Il gulgo granigeva la brala»; si è fatto piazza pulita, non si trova più il significato, la morfologia, la sintassi che cambia l'ordine delle parole e il resto...quel gulgo potrebbe essere il famoso ‘sarchiapone' di una gag d'avanspettacolo; ma il cervello riconosce gli errori in una rete dedicata, interviene un fenomeno neurobiologico autonomo.
Si scopre che il linguaggio è legato al cervello con una natura neurobiologica. Allora il linguaggio non è uno software da immettere nella macchina cervello, ma è una componente stessa della stessa struttura del cervello. Capito? Il linguaggio non è un programma per la macchina. L'acqua che ho preso per strada per raggiungere l'aula polivalente di San Salvatore in piazza Sarzano non è stata presa invano: ora ho qualche conoscenza scientifica in più.
Ma no, come conclude Andrea Moro, dovremo avere ora qualche domanda cui rispondere in più...vero! Abbiamo visto dove arriva un flusso di sangue e di energia nel cervello, sappiamo come otteniamo la comprensione musicale, grammaticale, poetica; sappiamo dei meccanismi ricorsivi, regole delle regole di regole. Sappiamo che non c'è un gene della grammatica, ma arriveremo ad arrivare ai sistemi simbolici? Alla radice della nascita del pensiero? Ancora molte domande. In fondo la vera scienza ci dovrebbe aiutare, più che a rispondere a domande, a farle. |
Conferenza Cervello e grammatica: esplorazioni nella neurolinguistica Andrea Carlo Moro |
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