La sala stampa


Ufficio stampa
Ex Libris
Via Palazzo di Città 21
10122 Torino
tel. 011 5216419
fax 011 4358610
e-mail: info@exlibris.it

Gli accrediti stampa potranno essere ritirati direttamente nel corso della manifestazione in sala stampa (Palazzo Ducale, piazza Matteotti 5, primo piano ammezzato) dietro esibizione del tesserino.

2 novembre 2004
La macchina del tempo esiste e sarà sempre più usata (Comunicato n.33)

"Sono davvero imbarazzato ad essere qui tra scienziati, io che scienziato non sono" esordisce Folco Quilici. Il celebre regista, scrittore, e adesso anche direttore dell'Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare (ICRAM), fa sorridere un po' tutti nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, martedì 2 ottobre. "Ho intitolato questo mio breve intervento in modo curioso, forse un po' affrettato. Quello che vi propongo è un tuffo nella storia, un'esperienza che mi piace paragonare ad un viaggio nella macchina del tempo. La mia passione più forte - continua - è sempre stata l'archeologia sottomarina, forse perché l'acqua, più di ogni altro ambiente, avvolge e custodisce nel modo più assoluto il passato. E quanto sto per mostrarvi deve molto alla scienza". L'incontro diventa l'occasione per proiettare L'impero di marmo, l'ultimo documentario di Folco Quilici. "Siete i primi a vederlo – continua il regista - ho ritirato la versione definitiva questa mattina. Presto il film verrà distribuito in televisione e poi uscirà in DVD con alcune novità, tra cui la possibilità di scegliere tra più tipologie di commento".
Il video, della durata di 50 minuti, tratta i magnifici marmi policromi della Roma Imperiale, ricercati ovunque dai politici e dai ricchi cittadini dell'epoca. Un vezzo divenuto presto moda, che investì la capitale dell'Impero a partire dal I secolo a. c. e non mancò di irritare filosofi e poeti, a disagio per tanto sfoggio di ricchezza.
La telecamera si sofferma su opere grandiose, ricavate grazie al lavoro attento e raffinato di scultori fuori dal comune - considerati i mezzi tecnici di allora – e all'opera di migliaia di schiavi, tra cui moltissimi cristiani, costretti a lavorare in condizioni inumane nelle cave di marmo in Egitto ed Europa.
La voce narrante riprende testimonianze romanzate dell'epoca: lo scultore, l'artigiano il politico desideroso di opere sempre più raffinate per la sua villa, l'architetto, il direttore dei lavori alla cava. Le immagini passano dalle vecchie cave, sperdute nel deserto, a opere meravigliose ancora visibili, realizzate in porfido, marmo giallo o suggestive combinazioni di più minerali. Una spirale di lusso che più tardi, con la decadenza di Roma, si interromperà. Adesso, molti di questi capolavori, sfuggiti a razzie e danneggiamenti, trovano posto nei musei e in tante chiese cristiane.

comunicato completo (183 KB)

vedi precedente
english version contatti edizione 2003creditsarea riservata